I RESTAURI

 

 

 

Subiaco, Chiesa di S. Francesco. Cappella del Sodoma "Lo sposalizio della Vergine"  (particolare) 

 

NOTIZIE DALLA STAMPA

(Dal  L’Avvenire D’Italia di sabato 23 novembre 1957)

 

UN PATRIMONIO ARTISTICO D’ECCEZIONE

FERVONO AL SACRO SPECO DI SUBIACO I LAVORI DI RESTAURO DEGLI AFFRESCHI

Già “recuperati” oltre trecento metri quadrati ne restano da salvare con urgenza altri cinquecento.  A colloquio con il prof. Tozzi che applica con successo nuovi trattamenti.

Subiaco, novembre.

Presso lo storico Monumento del Sacro Speco in Subiaco, culla della civiltà occidentale, dove Benedetto da Norcia meditò nel suo ritiro giovanile la "Regola", fervono i lavori di restauro attraverso una speciale tecnica, frutto di lunghi anni di studio in cui solo la chimica attuale permette simili realizzazioni.  Il lavoro è stato affidato al pittore prof. Tozzi Benedetto di Subiaco che sta riordinando e rinvenendo centinaia di metri di affreschi: da quelli del Sodoma nella Chiesa di San Francesco a quelli del Cavallini, del Maestro di Celano, affreschi del 1000 nella base del campanile di Santa Scolastica e vaste composizioni nella soffitta dell'antica Chiesa Gotica sovrastante l'attuale sovra struttura neoclassica del Quarenghi in Santa Scolastica; inoltre sono state restaurate le opere di Ottaviano Nelli da Gubbio nella zona a destra del Sacramento e tutta la volta della chiesa inferiore del Sacro Speco, nonché l'Innocenzo III e quasi tutte le parti affrescate dal Magister Consulus, artista precursore di Giotto che visse all'epoca di Cimabue.  

       

Sacro Speco Subiaco - Chiesa inferiore - Affreschi del Magister Consulus

Il lavoro ha avuto inizio nelle parti dove il prosciugamento degli affreschi, isolati dalla continua permeabilità delle acque, permettevano l'opera di restauro. Sono venuti alla luce affreschi che erano completamente ridipinti con motivi settecenteschi, grazie alla competente e scrupolosa perizia del prof. Tozzi.  Il restauro, ci informa gentilmente il prof. Tozzi, si basa sul concetto estetico di ridonare tutto l'originale esistente, rimovendo il falso, le ridipinture, nonché liberando le pitture da muffe, salnitro e depositi di calcio. E qualche volta depositi di carbonati di calcio, ossidi, idrati di ferro i quali derivano dai carbonati contenuti nelle acque circolanti che sono generalmente in funzione dell' evaporazione e soprattutto della perdita di anidride carbonica da parte delle acque in superficie.

Innocenzo III - Sacro Speco Subiaco - Chiesa inferiore - Affreschi del Magister Consulus

Praticamente in piccola scala, ha detto il prof. Tozzi, è lo stesso fenomeno per cui si formano le stalattiti nelle grotte. Per esempio basta guardare  l'affresco dell'VIII sec.  nella grotta detta "dei pastori" che presenta croste stalattitiche. A differenza dei precedenti restauri, dove normalmente venivano usati acidi e ridipinture o fatti meccanici, gli acidi sono eliminati da un sistema che io uso, dato che essi attaccano l'affresco e le ridipinture che non sono altro che la negazione o la distruzione dell'originale. Per dare un'idea si è riusciti ad eliminare ogni incrostazione salina nociva mediante l'uso di opportuni reagenti chimici "in soluzioni a PH controllato", che esercitano la loro azione solvente sulle incrostazioni senza attaccare la superficie pittorica originale e restituendole il primitivo smalto".  Un altro esempio del nuovo trattamento del prof. Tozzi riguarda le "muffe".  Le muffe che alterano e procurano talvolta la criptogamia, cioè la condizione di sgretolamento dell'affresco e dell'arricciato, vengono eliminate con lavaggi e con trattamenti meccanici impiegati con una particolare tecnica. Una volta eliminati i miceti, si provvede ad un trattamento antimuffa, mediante speciali sostanze chimiche, incorporandosi nell'affresco , inibiscono per lungo tempo l'impiantarsi delle muffe sulle superfici affrescate, senza dar luogo, come sperimentalmente accertato, ad alcune alterazioni dei toni. " lo stesso discorso di responsabilità estetico - pittorico-chimico, prosegue il prof. Tozzi, vale anche per i cobalti. Come è noto lo "ione cobalto", in assenza di acqua, ha colorazione azzurra e tende ad idratarsi passando ad una colorazione rosea. Quindi ne risulta un tono grigio che purtroppo, qualche volta, ha tratto in inganno anche noti restauratori, facendo pensare a toni falsi.  Anche in questo caso si è trovato il modo di ripristinare l'originale in fatto di tono e di colore, ottenendolo mediante sostanze dotate di forti azioni disidratanti. Il trattamento è molto delicato nella sua fase esecutiva e solo l'occhio dell'artista, conoscitore profondo della tecnica dell'affresco, può rivalutare il tono esatto del colore. Il Sacro Speco, Monumento addossato alle rocce ed in parte soggetto a continuo stillicidio di acque, racchiude migliaia di metri di affreschi che sono portati, per effetto di queste acque circolanti, ad un logorio che, come si è detto, hanno provocato parte di distruzioni di alcune splendide opere. 


  L'Annunciazione  XIV sec.

 Il pittore Benedetto Tozzi

  Madonna  XIV sec.

Come è noto l'illustre studioso Peter L'Orange, docente di storia dell'arte medioevale presso l'Università di Oslo, in una sua visita al Sacro Speco, colpito dalla visione di abbandono e di grave deterioramento che ha procurato il dissolvimento di alcune parti degli affreschi ormai svaniti, si è fatto promotore di una raccolta di fondi.  Egli ha inviato i migliori artisti di Norvegia a donare un'opera per una mostra-vendita il cui ricavato è stato destinato ai restauri del Sacro Speco.  Valutando il lavoro in superficie, si è restaurato fino ad oggi oltre trecento metri quadrati, grazie ai fondi generosamente offerti.  Ne restano da salvare, e con estrema urgenza, almeno altri 500 metri di affresco. E speriamo che ciò avvenga nel più breve tempo possibile in modo da salvare un patrimonio artistico veramente eccezionale.          

Piero Longardi.          

 

NOTIZIE DALLA STAMPA

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CORRIERE DEL LAZIO
23 giugno 1957

TITOLO: La commissione norvegese a Subiaco per gli affreschi del Sacro Speco,restaurati dal prof. Benedetto Tozzi

 

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L’AVVENIRE D’ITALIA
sabato 23 novembre 1957

TITOLO: Fervono al Sacro Speco di Subiaco i lavori di restauro degli affreschi.

SOMMARIO: Già recuperati oltre trecento metri quadrati, ne restano da salvare con urgenza oltre cinquecento: A colloquio con il prof. Tozzi che applica con successo nuovi trattamenti.  

 

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IL MESSAGGERO
1954
TITOLO: Viene ricomposta a Subiaco la Madonnina di Pietra Sprecata

La porta gotica monumentale di Pietra Sprecata, completamente distrutta dai bombardamenti del maggio-giugno  1944, venne pazientemente ricostruita nel 1954 con le stesse pietre originarie recuperate tra le macerie.
Soprintendènte alla riedificazione del monumento il pittore prof. Benedetto Tozzi, che ebbe anche l’onere di realizzare gratuitamente l’effige della Madonnina, con la tecnica dell’affresco, donando l’intera opera, tanto cara, alla comunità sublacense.

 

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