MOSTRA RETROSPETTIVA DEL PITTORE

Benedetto Tozzi  

- 1969 -

 

 

Foto dell'artista del 1934

 

 

RICORDO DELL'ARTISTA SUBLACENSE 

 

Ci sembra tuttora impossibile pensare che Benedetto Tozzi non è più tra noi  Dire Subiaco e dire Tozzi è per molti di noi la stessa cosa. Per Questo riteniamo che Subiaco esiste con le sue case ed i suoi paesaggi, anche la figura di Tozzi continua ad aggirarsi in quell'ambiente. Ed è per questo quasi un doloroso sforzo di memoria doversi oggi convincere che l'amico, l'uomo B. Tozzi non c'è più, e continuano soltanto ad aver vita duratura i suoi quadri, a testimonianza di un atto di fede in quelle cose dell'arte che ci aiutano a rendere presente il passato .

Diventammo amici di Tozzi nel lontano 1953, quando l'artista, ormai più che maturo e riconosciuto come un maestro nei nostri circoli culturali, affrontava per la prima volta a Roma il giudizio del pubblico in una mostra personale. Ed oggi, a tanti anni di distanza, quella "personale"  resta come un monito ed un insegnamento per noi tutti e, osiamo sperare, per le nuove generazioni che si vanno formando.

L'artista sempre contrario a seguire le mode e ad inseguire facili successi pubblicitari, si affacciava, pur carico di esperienze e di riconoscimenti genuini, nel mondo cosiddetto ufficiale come un giovane timido e sprovveduto Benedetto Tozzi , che aveva lavorato a stretto contatto di gomito con i maggiori rappresentanti della "Scuola Romana" da Scipione a Mafai, era in occasione di quella mostra pieno di incertezze e di titubanze.  Da ciò si può capire la autenticità dell'artista, che tutto aveva dedicato alla pittura, e da ciò si può intuire la purezza d'animo di un uomo, che non riusciva nemmeno lontanamente a concepire tutto quel clima di rapporti e di interessi che purtroppo spesso sovrasta i diversi settori dell'attività artistica.  

Non c'è quindi da meravigliarsi se anche per i critici più attenti quella mostra fu una rivelazione.  Attraverso un discorso organico, Benedetto Tozzi proponeva una riflessione sulle vicende non soltanto della sua arte, ma di tutto il movimento pittorico italiano.  E si cominciò a comprendere quale ruolo di primo piano l'artista avesse svolto in opposizione alla retorica del novecento ed in stretta colleganza con i maggiori rappresentanti del gruppo romano degli anni 1928 - 30.

Il suo tonalismo acceso, ma sempre sapientemente  costruito, era una concreta sollecitazione a ritrovare le fonti della vera pittura, senza perdersi nei cerebralismi e nei vari "ismi" allora di moda. Con le sue figure assorte e tormentate, con i suoi paesaggi dal solido impianto, con le sue nature morte rigogliose ed elaborate, Benedetto Tozzi dimostrava di aver proficuamente lavorato in silenzio per oltre venti anni, e di aver sviluppato un suo autonomo linguaggio che imprimeva alla "figurazione" nuovi sbocchi e nuove accentuazioni in una visione moderna e perciò attuale, che tuttavia non voleva mai significare totale rifiuto dell'antico.  Dicevamo che per molti critici quella mostra fu una sorpresa. E si comprese come a torto l'artista, pur essendo stato in vari anni presente nelle maggiori rassegne nazionali, ancora non avesse avuto il dovuto riconoscimento nell'ampio dibattito della pittura contemporanea.  il suo tonalismo, che nelle espansioni cromatiche assumeva quasi una dilatazione di tipo espressionista, era tutto un mondo da riscoprire nelle più profonde radici. E si cercò allora di ricostruire il cammino dell'artista, dagli esordi contrassegnati da un sentimento di macerata solitudine alle esperienze condotte avanti duranti e subito dopo la fine della guerra, in una messa a punto tragica e tormentata della realtà.  Si cominciò così anche ad affermare il significato di una sorta di "laica religiosità" che dominava tante sue composizioni condotte a termine con viva commozione tra i suggestivi motivi delle "Deposizioni" dei "Trasporti funebri" o delle visioni quasi allucinanti della città distrutta.

Ma nonostante il successo di quella mostra, Benedetto Tozzi continuò a vivere, e quel che importa soprattutto a produrre, nell'isolamento della sua Subiaco. Ancora una volta egli, che aveva posato il suo sguardo su certi paesaggi di Francia, egli, che aveva attentamente seguito gli sviluppi delle più avanzate avanguardie (senza lasciarsi mai influenzare), preferiva ai clamori cittadini la quiete e l'isolamento della sua natura primigenia. Quella natura primigenia che gli consentiva di penetrare nel senso intimo delle cose e di umanizzare la stessa realtà circostante. Ricordiamo che in una nostra recensione parlammo di una "luce tutta interiore" che si sostanziava e nello stesso tempo scaturiva dalle sue composizioni.  Oggi, in occasione di questa retrospettiva che viene dedicata all'artista insigne, avvertiamo con ancor più profonda commozione tutto il valore di questa "luce interiore".  Una luce che per l'appunto voleva e vuole significare che nelle opere di Benedetto Tozzi gli elementi sensibili delle materie, degli impasti e degli accordi finivano per essere riscattati dallo stato meramente fisico, per divenire le componenti di una bellezza tutta spirituale completamente racchiusa nello spazio pittorico.  

Il nostro augurio è che la critica, oggi forse ancora troppo distratta nel subire le suggestioni mondane, possa al più presto risoffermarsi sulla figura dell'artista, dandogli la giusta collocazione storica e culturale.  Benedetto Tozzi, che tanto proficuamente ha operato per la salvaguardia delle testimonianze d'arte di Subiaco e dei suoi Monasteri, attende un più ampio omaggio, al di là dei suoi confini territoriali. Ed un omaggio a Tozzi vorrà significare un omaggio a tutta l'arte italiana, di ieri, di oggi, di sempre, senza aggettivazioni di sorta.

Accettando umilmente la lezione artistica e morale di Tozzi, ognuno di noi potrà nel proprio animo ripetere le parole di Eraclito di Efeso: "ogni uomo nel cuor della notte accende sempre una lampada per se e per gli altri, poiché anche se morto egli pur vive".   La luce di Tozzi con la sua pittura ha acceso per tutti indistintamente, anche per quanti non ebbero il privilegio di conoscerlo, ci farà ancora credere che l'artista è vivo tra le mura della sua Subiaco.

                                                                                                                                                                                                       
Franco Miele 

 

   
Locandina 

Depliant frontespizio Prefazione  Comitato 
D'Onore
Comitato 
Promotore
Comitato 
Promotore
Comitato Organizzatore
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Opere esposte:

1930 Paolina, 1930 Scorcio dell’Aniene, 1932 Scorcio di Subiaco, 1933 Pagliaccio, 1934 Fiori, 1934 Via dei Monasteri, 1935 L’Aniene, 1935 Ponte di S. Antonio, 1936 Piazza del Campo, 1936 Sedia Gialla, 1937 Peppetta, 1937 Nina Graziani, 1938 Natura Morta, 1938 Autoritratto, 1938 Don Gaetano, 1938 S. Donato, 1938 Rocca dei Borgia, 1943 Fiori sulla Sedia, 1943 Cava di Bauxtite, 1944 Marilia, 1946 Via Palestro, 1947 Donna sotto il Bombardamento, 1949 La Valle Santa, 1949 Deposizione, 1949 Case Rosa, 1954 Il Colle, 1954 L’Albero Bianco, 1955 Le Viti, 1959 Paesaggio Notturno, 1962 Subiaco 62, 1963 Affile, 1965 Vaso di Fiori, 1965 Fiori, 1967 Gesù tra gli Apostoli.

 

Presentazione catalogo: dott. Giovanni Petrini.

 

Comitato d’Onore:

On. Mariano Rumor, Presidente del Consiglio dei Ministri; On. Francesco De Martino, Vice Presidente del Consiglio dei Ministri; On. Pietro Nenni, Ministro degli Affari Esteri; On. Mario Ferrari Aggradi, Ministro della Pubblica Istruzione; On.Lorenzo Natali, Ministro per il Turismo Sport e Spettacolo; Sen. Pietro Caleffi, Sottosegretario Ministero Turismo Sport e Spettacolo;

On. Aldo Venturini, Sottosegretario Ministero Trasporti e Aviazione Civile; On Giulio Andreotti, Deputato al Parlamento; Mons. Egidio Gavazzi, Abate Ordinario di Subiaco; Dott. Raffaele Travaglini di S. Rita, Presidente dell’EPT di Roma.

 

Comitato Promotore:

Carlo Barbieri, critico; Toni Bonavista, editore; Mino Borghi, accademico di S. Luca; Marcello Camillucci, critico; Gianfilippo Carcano, critico; Alfio Castelli, scultore; Cesare Ciaffi, Consigliere AAST Subiaco; Nicola Ciarletta, critico; Renato Civello, Professore; Ermanno Ermanni, giornalista; Giovanni Fallani, Presidente Pontificia Commissione Arte Sacra in Italia; Pericle Fazzini, scultore; Ennio Francia, Consulente della S. Congregazione del Concilio; Aedo Galvani, Direttore Galleria d’Arte contemporanea “La Fontanella”; Enrico Gaudenzi, pittore; Egidio Gavazzi, Abate Ordinario di Subiaco; Augusto Giustiniani, Sindaco di Subiaco; Nino Guerra, Ispettore Generale della Pubblica Istruzione; Valerio Mariani, Direttore istituto Storia dell’Arte Medievale e Moderna Napoli; Valentino Martinelli, Direttore Storia dell’Arte Medievale e Moderna Perugia; Girolamo Mechelli, Presidente Amministrazione Provinciale di Roma; Franco Miele, critico d’arte; Sante Monachesi, pittore; Luigi Montanarini, Direttore Accademia Belle Arti di Roma; Giovanni Omiccioli, pittore; Orlando Orlandi, professore;

Riccardo Pacini, Sopraintendente ai Monumenti del Lazio; Giovanni Petrini, Presidente AAST Subiaco, Domenico Ponzi, scultore; Vittore Querel, giornalista; Enzo Roberti, pittore; Giuseppe Sciortino, giornalista; Michele Salerno, giornalista; Sergio Selva, pittore; Alfredo Serecchia, Assessore P.I., Sport e Turismo dell’Amm.ne Prov.le di Roma; Sam’l Steinman, critico; Carlo Toppi, scultore; Raffaele Travaglini di S.Rita, Presidente EPT di Roma; Marco Valsecchi, critico.

 

Comitato Organizzatore:

Giovanni Petrini, Presidnte AAST Subiaco; Luigi Montanarini, Direttore Accademia Belle arti di Roma; Riccardo Pacini, Soprintendente ai Monumenti del Lazio; Pericle Fazzini, scultore;

Sante Monachesi, pittorte; Sergio Selva, pittore; Enrico Gaudenzi, pittore; Carlo Toppi, scultore; Michele Salerno, Presidente del Centro Arte e Cultura di Anticoli; Cesare Ciaffi, Consigliere AAST  Subiaco;  Orlando Orlandi;   Sandro Tozzi.

 

Catalogo, articoli di: Giovanni Petrini, “Notizie biografiche dell’Artista”; Franco Miele, “Benedetto Tozzi. Ricordo dell’Artista Sublacense”; Valerio Mariani, “Benedetto Tozzi, Sentimento e Pittura”.

 

1969, giugno / settembre

                                 - Subiaco -                                   

Biblioteca del Palazzo Braschi, AAST

       

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